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L'America in autobus

L’America di Nicola Sansone è quella che l’Italia del boom economico va inseguendo verso la fine degli anni 50, è quella dei grattacieli e delle città metropolitane, quella delle macchine lunghe e potenti, quella dei grandi cartelloni pubblicitari, dell’emancipazione femminile sbandierata come conquista ormai raggiunta, quella della gioventù bruciata e spensierata, ma è anche quella della povertà, delle canzoni di protesta di Joan Baez, della questione razziale ancora irrisolta, delle differenze tra ricchi e poveri e del benessere economico sbattuto in prima pagina e a tutti i costi.
“L’America in autobus”, come cita un suo articolo comparso sulla rivista “Il Mondo” nel 1963, è il carnet di viaggio di un “flaneur detective” alla ricerca di immagini-simbolo e una raccolta di appunti destinati a segnare, e non necessariamente a sognare, un’epoca.
Nicola Sansone si reca in quel continente prima nel 1958 e successivamente nel 1962, accompagnato dall’amico giornalista Franco Calamandrei con il quale stabilisce un sodalizio di grande spessore culturale. Insieme danno voce e immagine a importanti reportage di interesse sociale, entrambe politicamente impegnati nell’affermazione dei valori legati alla sinistra italiana.

 

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